Ricerca Scientifica

Vittorio Bellotti – 29/04/2013

Alcune idee per un progetto di ateneo sulla ricerca scientifica

L’attività di ricerca è elemento imprescindibile della missione dell’ateneo e fattore qualificante dei nostri docenti e del personale nella sua globalità. E’ un’attività che presenta un’elevatissima complessità ed è naturalmente sottoposta a pressioni e condizionamenti di varia natura. Si deve essere pienamente consapevoli che pressioni sociali, condizionamenti economici e l’emergere dei nuovi saperi in un mondo sempre più globalizzato influenzano pesantemente questo settore. Pertanto è importante, soprattutto in questo momento, sviluppare un pensiero elaborato e condiviso sulla importanza della ricerca scientifica e sulla sua valorizzazione nell’ambito della nostra Università. Innanzitutto credo che si debba tutti riconoscere il semplice concetto che la qualità della ricerca scientifica possa e debba essere valutata. Il processo della valutazione della ricerca avviene da parecchio tempo in tutti i paesi del mondo occidentale e più recentemente nel nostro paese. Non si possono ovviamente rifiutare i parametri di valutazioni via via elaborati a livello nazionale e che sono progressivamente guidati dall’assegnazione di coefficienti numerici e in gran parte giustificati dalle scarse risorse destinate a processi approfonditi di valutazione. Tuttavia siamo convinti che l’ateneo debba proporsi un atteggiamento attivo e originale per individuare e valorizzare settori strategici di ricerca in ateneo anche in parte indipendentemente da graduatorie predisposte sulla base dei parametri del MIUR e dell’ANVUR. Credo che si debba sviluppare un progetto d’identificazione dei settori di eccellenza di ricerca sulla base della longevità scientifica, del riconoscimento internazionale e sulle prospettive di ricerca in un attento bilancio tra rischio della impresa scientifica e importanza del traguardo che i ricercatori si propongono. Il lavoro di valutazione dovrebbe potersi avvalere del contributo di ricercatori esterni all’ateneo cosi da configuare vere e proprie “site visit” e superare il rischio dell’autoreferenzialita’ della valutazione. Il costo di questo processo potrebbe essere limitato se attuato all’interno di un processo di collaborazione con altri atenei nello spirito “federativo” per alcune specifiche attivita come previsto dalla legge 240.  Questo approccio sarebbe pienamente in accordo con lo spirito del programma Horizon 2020 soprattutto nel settore che riguarda l’emergere della eccellenza scientifica.
Un’università che si pone degli obiettivi ambiziosi di riconoscimento internazionale deve essere in grado di accorgersi tempestivamente delle idee innovative e dei ricercatori in grado di realizzarle. Anche se l’ateneo deve avere come obiettivo il sostegno convinto della ricerca competitiva a livello internazionale, non dovranno essere trascurati settori che godono di riconosciuto credito a livello territoriale e ogni sforzo dovrebbe essere compiuto per difendere questi settori e portarli a una visibilita’  che vada al di là del confine regionale e nazionale. E’ molto importante che s’identifichino degli obiettivi chiari, condivisi anche con i singoli ricercatori e gruppi di ricerca, cosi da verificarne raggiungimento e superamento sul breve e lungo periodo. Il raggiungimento degli obiettivi realisticamente raggiungibili diventa cosi’ automaticamente un criterio per misurare il successo della ricerca.

Nell’attuale difficilissima contingenza economica ci si deve chiedere come si possa sostenere finanziariamente l’attività di ricerca. Non sembra al momento immaginabile un intervento diretto con finanziamenti per la ricerca su modelli precedenti positivi ma limitati quali i progetti di ateneo. Tuttavia si dovrebbero intraprendere almeno due azioni urgenti.

1. Una revisione accurata e sistematica della strumentazione esistente e una programmazione di cofinanziamenti per l’acquisto di apparecchiature scientifiche che possano essere utilizzate da più ricercatori. La dotazione infrastrutturale è fondamentale in molti settori e va strutturata una una forte sinergia fra ufficio ricerca e il servizio della logistica ed edilizia perche il sostegno all’attività di ricerca si ottiene sempre di piu  attraverso il potenziamento delle infrastrutture. La quota finanziaria necessaria a questi investimenti dovrebbe essere rigorosamente individuata all’interno del FFO e anche potenzialmente da quote derivanti da dismissioni di beni immobiliari già previsti.

2. Una revisione del ruolo del personale tecnico che deve ritornare a essere maggiormente coinvolto nell’attività di ricerca. Va pensato un programma che tenda a ridurre uno scollamento sempre più evidente tra attività dei ricercatori e quello del personale tecnico-amministrativo e va ridato un forte ruolo di guida e di indirizzo ai docenti e ricercatori che abbiano dimostrato elevata competitività scientifica nei loro settori . Il personale tecnico non deve andare in esaurimento, ma va ripensato un equilibrato reclutamento di personale tecnico in alcuni settori strategici.

 

2 risposte a Ricerca Scientifica

  1. Daniela Curti scrive:

    Sono d’accordo con Vittorio. La necessità di utilizzare strumentazione scientifica all’avanguardia e con costi decisamente elevati è sempre più pressante. Lo scorso anno è stato premiato un progetto di ricerca, presentato da Marco Peviani e da me, con la possibilità di utilizzare gratis la strumentazione, veramente invidiabile, del centro Alembic al San Raffaele di Milano. Questo centro fa parte del pan-European research infrastructure project (Euro-Bioimaging, http://www.eurobioimaging.eu). E’ un vero peccato che non ci sia stata la volontà di fare qualche cosa del genere a Pavia, magari implementando e riorganizzando il Centro Grandi Strumenti.

  2. Piercarlo Mustarelli scrive:

    Condivido sostanzialmente l’intervento di Vittorio. Credo anche che l’Ateneo, come avviene altrove (es. Padova), debba destinare risorse a “progetti di Ateneo” per l’acquisto di strumentazione.

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