Secondo i rapporti di OCHA, l’ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari, dal 7 ottobre 2023 al 22 marzo 2025, circa 55.000 palestinesi sono stati uccisi, più di 120.000 feriti e oltre 2.000.000 di persone sono state costrette a lasciare le proprie case (https://tinyurl.com/mry8a2y2, https://tinyurl.com/44jhtttx). Le morti sono legate ad azioni militari, ma anche all’accesso limitato a cibo fresco e acqua, al collasso del sistema sanitario, con conseguente carestia e diffusione di malattie infettive. Il rapporto degli operatori ONU sul campo è agghiacciante (https://webtv.un.org/en/asset/k14/k14z8nkrc2).
Anche le infrastrutture accademiche di Gaza sono state danneggiate o totalmente distrutte, con centinaia di docenti e studenti uccisi. Il sistema educativo di Gaza è annientato. Questa devastazione avrà ripercussioni durature sulle future generazioni di palestinesi.
Le università, in quanto creatrici e custodi di cultura e conoscenza, oltre a fornire opportunità di apprendimento senza pregiudizi e barriere, sono investite del dovere sociale e morale di servire le società e difendere la giustizia.
Per queste ragioni, il Circolo Errera dell’Università di Pavia si unisce ai numerosi studiosi, e alle organizzazioni di cui fanno parte, nell’esprimere la propria solidarietà a Gaza, e la propria ferma condanna di questa guerra impari, sottolineando l’impatto devastante delle azioni di Israele sui civili, specialmente donne e bambini, nell’ormai chiaro tentativo di annientamento di un popolo intero.
Invitiamo dunque la comunità scientifica tutta ad intensificare le attività di sensibilizzazione, sfruttando la propria influenza per fare pressione sui responsabili politici. Ci uniamo alle molte iniziative protese a fermare questo orrore, di cui la Storia chiederà conto ai regimi e alla cultura democratica.