L’ elaborazione di un piano strategico di Ateneo e il ruolo del circolo Giorgio Errera

Il 9 luglio il Magnifico Rettore ha annunciato con una lettera a tutto il personale la nascita di un processo di elaborazione di un Piano Strategico di Ateneo.

“Un processo che consenta di orientare scelte ed energie per i prossimi anni” (vedi allegato)

Si va realizzando pertanto un progetto che il Magnifico Rettore aveva annunciato nel suo programma elettorale e che adesso cominciamo a intravedere nei suoi obiettivi e nei meccanismi della sua realizzazione.

Un progetto strategico puo probabilmente assumere configurazioni diverse ed essere piu o meno vincolante per le nostre attivita’. Ci sembra comunque un’ iniziativa importante e caratterizzante di questo rettorato e ci permetterà di immaginare il tipo di Universita che il rettore e I suoi delegati vorrebbero poter presentare alla fine del loro mandato fra 5 anni e che affideranno alla prossima governance.

Credo che sia importante che nessuno che ha una propria idea di universita e del senso profondo del proprio lavoro si sottragga alla possibilita di contribuire a questa elaborazione con una propria partecipazione

Sono convinto che il circolo debba stimolare l’interesse e la partecipazione a questo processo promuovendo e dando pubblicità sia a riflessioni individuali che a momenti di incontro in cui possiamo approfondire anche con le esperienze di ambienti esterni I punti di forza, le debolezze, le opportunita e le minacce che possiamo intravedere nella realizzazione del progetto.

Vittorio Bellotti

Coordinatore Circolo

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2 risposte a L’ elaborazione di un piano strategico di Ateneo e il ruolo del circolo Giorgio Errera

  1. antonia scrive:

    Ho letto con interesse la proposta del piano strategico proposto dal Magnifico e che mi auguro dopo l’incontro della scorsa settimana con gli attori coinvolti dià i suoi frutti…io rilancio ancora la mia piccola proposta magari non strategica ma utile di un asilo nido e scuola materna aziendale…non rientrerà nei pian strategici dell’Ateneo ma credo che possa suscitare l’interesse di chi lavora in Ateneo ma anche presso il Policlinico ecc.
    Sono maggiormente convinta della utlità della proposta anche a seguito di quanto riportato nel disegno di legge delega sulla PA. L’art. 12 dello stesso “Promozione della conciliazione dei tempi di vita e lavoro nelle PA al comma 2 invita le PA a stipulare accordi con altre PA o convenzioni per aprire asili nido aziendali ecc…
    Credo purtroppo che quella mia richiesta, la prima domanda, del primo question time, non abbia avuto un seguito per verificare la disponibilità da parte del Policlinico di interesse in merito… Eppure si sarebbe potuto realizzare fare nel giro di breve tempo e a costo zero per l’Ateneo ed il Policlinico se si adibivano gli spazi di piano terra della ex Clinica Ostetrica Ginecoloca….Credo che anche la Regione, prevedendo di attribuire gli spazi lasciati liberi dal DEA all’Università per favorire la nascita di un campus universitario non avesse niente in contrario…ma mi chiedo sono stati interpellati questi Enti?…c’è stato un rifiuto e sono state fornite delle spiegazioni plausibili….Io vedo in un’operazione del genere solo dei lati positivi per il personale di entrambi gli enti..si potrebbe estendere il servzio anche al personale della Maugeri e del Mondino….Si creerebbero posti di lavoro, di studio e ricerca…Io ci spero ancora sperando che qualcuno vagli almeno la proposta e dia delle spiegazioni!!!
    Buona serata

  2. Epifanio G. Virga scrive:

    Ritengo che allo stato attuale dell’elaborazione si rischi ancora un errore metodologico che, se non corretto in tempo, potrebbe compromettere la pur lodevole iniziativa.

    Mi pare che non sia stata tracciata chiaramente la distinzione tra un “libero concorso di idee” da cui far emergere un potenziale progetto e lo “studio di fattibilità” di un progetto non ancora perfezionato, ma sgrossato a grandi linee. Segno di questa contraddizione è la richiesta implicta nel messaggio del Rettore di una “SWOT analysis”, che è opportuna per uno studio di fattibilità, quando almeno il tema del piano sia stato individuato e con esso un budget di riferimento, ma può essere fuorviante, se non dannosa, nella fase di pura elaborazione e ricerca di un tema strategico, in cui valgono di più le competenze e la chiarezza di concezione che le (inevitabili) debolezze delle strutture coinvolgibili.

    Una indicazione finanziaria di massima, di cui però non si ha sinora notizia, sarebbe comunque utile in entrambe queste fasi, che però andrebbero—come dicevo—logicamente e temporalmente distinte.

    Aggiungerei infine un potenziale conflitto tra questa, pur incompleta, iniziativa e quella del Fund Raising Istituzionale, il cui bando si è chiuso il 15 Giugno 2014. In tempi finanziariamente così incerti la moltiplicazione delle iniziative può risultare in una debilitante frammentazione delle risorse disponibili.

    Temo che se queste distorsioni di prospettiva non saranno corrette in tempo, il Piano Strategico, pur lodevole e innovativo, possa perdere quel carattere dirompente e aggregante insieme che il Governo dell’Ateneo intende (saggiamente) conferirgli.

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